La festa in cui tutti indossavano il saree…ed io il pigiama

Tutto pronto per il viaggio in India, una valigia fatta di fretta ma dettata dal rigore delle poche-ma-buone regole del viaggio. Ovvero, 1. scarpe comode; 2. abbigliamento poco ingombrante; 3. abbinamenti versatili.

Arrivati in aeroporto, incontriamo il nostro caro amico indiano. Poche battute per sdrammatizzare la mia immancabile paura dell’aereo e subito una notizia mi fa sobbalzare…“Allora, martedì sera siete invitati alla festa che organizzano i miei genitori per il Diwali”. I suoi occhi brillano di contentezza nel dirci questo, il mio cuore smette di pensare all’aereo e l’attenzione ritorna al contenuto della mia valigia…

Questo post sara’ la cronaca di quell’avventura.

Premettendo che non sono una donna ossessionata dall’abbigliamento, credo esistano occasioni in cui e’ necessario mostrare una certa eleganza o senso di rispetto attraverso l’attenzione nel preparasi.

Il Diwali, o Deepavali, o Festival delle Luci, e’ una celebrazione molto importante in gran parte dell’India. Più o meno come il nostro Natale, con l’aggravante che gli indiani sono ancora più tradizionalisti di noi italiani.

In valigia non avevo nulla, ma proprio nulla di elegante. Jeans, t-shirt, le Birkenstock e un paio di Adidas.

Decido di confidarmi con il nostro amico, che scoppia a ridere dicendo: “Vorrà dire che non sarò il solo a deludere la mia famiglia perchè non elegante”…Che bella consolazione!

Ho avuto tre giorni per trovare una soluzione. Avrei potuto andare in un centro commerciale e comprarmi un abito nuovo. Oppure avrei potuto fregarmene e mettermi i jeans e la t-shirt più decenti in valigia. Oppure avrei potuto indossare uno dei sei (ripeto, SEI) saree che avevo appena comprato.

Mio marito ha optato per la prima possibilità unita alla terza, ovvero comprare un abito nuovo in fattura indiana. Lui che non se ne frega mai nulla di come e’ vestito. Lui che alla mia domanda “hai bisogno di vestiti nuovi?” risponde immancabilmente “no!” anche se non ha più nulla nell’armadio. Lui che si fa pregare per mesi prima di varcare la soglia di un negozio di abbigliamento…

Ci ha sorpresi (me e il nostro amico indiano) con la richiesta esplicita di andare al negozio più grande di tutta Chennai che vende abiti indiani. Io allibita, il nostro amico senza parole. 

Fatto sta che mio marito si e’ presentato alla festa del Diwali in modo impeccabile, con un pantalone color sabbia e una lunga camicia di lino blu. Bellissimo.

Io sono stata meno incisiva…decisamente. Non mi andava di comprare un abito nuovo per l’occasione perchè non avrei saputo dove cercarlo. In quei giorni, infatti, non avevo visto neppure un solo negozio di abiti “occidentali”.  Al contempo, non volevo trovarmi in una situazione di imbarazzo non sapendo indossare nel modo piu appropriato un abito tradizionale indiano. Meno che meno uno dei miei sei saree.

Compro i saree perchè mi fanno impazzire le stoffe, e se trovo il coraggio, per tagliarli e ricavarci qualcosa d’altro. Ma non ne ho mai indossato uno. Una volta ho guardato per tre ore dei tutorial su Youtube per capire come indossare quelle sei iarde di tessuto, ma alla fine ci ho rinunciato. Inoltre, trovo che il saree stia bene solo alle indiane. Loro sanno essere bellissime ed elegantissime anche quando trasportano mattoni sul capo o coltivano la terra indossando un saree, il modo in cui si dimenticano di avere tutto quel tessuto arrotolato addosso, con solo delle pieghe a tenere unito il tutto. Le occidentali con il saree sembrano, letteralmente, arrotolate in un lenzuolo che dopo poco comincia ad aprirsi e diventare una confusione infernale. Io volevo evitare di offrire un simile spettacolo alla festa del Diwali.

Alla fine ho optato per il pigiama. Si, sono andata alla festa del Diwali in pigiama.

Perche’ era l’unica cosa carina che mi ero portata. Un pantalone in seta beige con dei fiori marroni, verdi e rosa. Sopra ho indossato il cappottino che una sarta indiana, qui a Singapore, mi aveva cucito con la stoffa di un saree.

Prima di uscire, mi sono sentita quasi passabile. Ma non appena mi sono immersa tra i colori della strada e della gente, ho preso consapevolezza che non era abbastanza. Ho fatto fermare la macchina, abbiamo accostato vicino ai banchi dei fiori dove donne infilano ghirlande di gelsomino, corone di garofani e rose. 

Ho preso tre avambracci di gelsomino da portare alla mamma del nostro amico come dono, e un altro avambraccio per me. Si, l’unità di misura delle ghirlande di fiori sono gli avambracci.

Nello stupore di vedere una donna bianca come la neve, con i pantaloni del pigiama e un cappotto di saree in cerca di gelsomino, la strada mi ha accolto con sguardi incuriositi e gioiose risa. Mani rapidissime mi hanno fissato la ghirlanda tra i capelli. Mani sconosciute mi hanno accarezzata dolcemente il volto. Mani gentili mi hanno regalato un bocciolo di rosa rossa. E poi…insieme abbiamo scattato quelle foto, scherzando e un po’ forse sperando che potessero finire sul giornale di domani. “Cosi poi tutti vorranno comprare i fiori da noi”, ha detto una di loro.

Io faccio uno strappo alla regola, pubblicando queste foto in cui sono ritratta anch’io…non si sa mai che portino fortuna alle donne delle ghirlande dei fiori.

La festa de Diwali e’ stata una finestra sui gesti più intimi della tradizione indiana. Sono grata di essere stata invitata….ma cio’ non toglie che io mi sia sentita profondamente a disagio in mezzo a quelle donne elegantissime. Saree di seta grezza e cotone dipinto a mano. Pieghe precise e immobili. Gesti aggraziati e sinuosi. Persino le due nonne, impossibilitate a muoversi, risplendevano di bellezza pura in quegli abiti della festa.

Con tutta certezza posso dire che, per me, e’ stata la prima volta in cui mi sono sentita una “stracciona”. Senza esagerare. Il mio amico mi ripete che anche lui era vestito come uno “straccione” quella sera…Sì, è vero, ma la differenza tra lui e me e’ che io non ci sono abituata!

17 commenti Aggiungi il tuo

  1. pikaciccio ha detto:

    grazie per averci fatto viaggiare con la mente

  2. Paroledipaola ha detto:

    Ho letto tutto con grande piacere😁

    1. Diecimila Miglia ha detto:

      Grazie…spero non anche il mio disaggio!😂

      1. Paroledipaola ha detto:

        No certo❤

  3. Che bel racconto! Leggendoti mi sembrava di essere lì con te… quante avventure capitano in giro per il mondo! Tra l’altro il tuo cappottino mi piace un sacco 😀 E delle foto mi piace l’impegno che ci stanno mettendo quelle donne per acconciarti i fiori tra i capelli!

    1. Diecimila Miglia ha detto:

      Grazie! Loro ridevano tantissimo ed io di conseguenza, senza capirci minimamente a parole ma solo a gesti

      1. Che bel ricordo però!! 😍

  4. cazzeggiodatiffany ha detto:

    A me sembri bellissima, magari avessi un pigiama così 😆

    1. Diecimila Miglia ha detto:

      In realtà sembravo la piccola fiammiferaia in mezzo alle altre in saree, credimi!

  5. laurannese ha detto:

    Sarà stato anche un pigiama, ma a giudicare dalle foto fa la sua bella figura (anche per merito del cappotto, probabilmente)! ;D

    1. Diecimila Miglia ha detto:

      Quel cappottino è un po’ la mia copertina di Linus ❤️

  6. auradiluna ha detto:

    Quando hai scritto pigiama ho pensato al mio di hello kitty e mi sono sentita male… il tuo è un signor pigiama!!! Però che racconto avvincente!! (ma quindi tutti i mariti odiano comprare vestiti? anche il mio!)
    Che avventura! grazie anche per averci mostrato una tua foto, stai benissimo!

    1. Diecimila Miglia ha detto:

      Secondo me esistono due tipi di marito, quelli che non sopportano comprare i vestiti e quelli più pignoli e vanitosi di una donna…Sono contenta di avere sposato il mio perché altrimenti avrei i complessi di non essere in ordine!

      1. auradiluna ha detto:

        Il mio dice che vuole vestirsi apposta banale, in modo da essere diverso 😀 (tutta una scusa perché non ha voglia di andare per negozi)

      2. Diecimila Miglia ha detto:

        Ah ah ah! Questa scusa della “banalità” ha comunque del geniale, non trovi?

      3. auradiluna ha detto:

        sì infatti l’avevo anche ammirato quando l’aveva “sparata” :D:D – fermo restando che è perché non ha voglia di pensarci…

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