India: dove la Bellezza ha la forma di seta su telai

Mi ritrovo a parlare d’India, ancora una volta. Quell’amata Terra di contrasti e forti emozioni. Del suo odore, pungente e nauseante. Dei suoi colori, chiassosi e mai tristi. Dei suoi volti, curiosi e impenitenti.

Dell’India amo tutto, anche le cose brutte. Ma cio’ che inesorabilmente mi fa battere il cuore e’ la sua tradizione tessile. Fili di seta, cotoni grezzi, telai a mano, ricami dorati. 

Durante il mio ultimo viaggio, sono stata a Kanchipuram. Poche case, vacche bianchissime, un tempio che sfiora il cielo e le sete più preziose di tutta l’India.

A Kanchipuram ho fatto un incontro molto bello. Un uomo anziano, nonno di un’amica della sorella di un amico (il mondo e’ piccolissimo, e generosissimo). Mi ha invitata a casa a sua per mostrarmi (con tanto orgoglio) la sua passione: ricreare con materiali di riciclo le statue dei templi. 

Gli ho raccontato della mia di passione. La seta, i telai, i filati. 

Ha fatto una telefonata. Mi ha dato un indirizzo. Poi ci siamo scattati una foto e salutati con la promessa che gli avrei inviato un’immagine di me con indosso un saree.

Quell’indirizzo mi ha portata in un luogo nascosto dietro a un portone di metallo arrugginito. Mi hanno invitata ad entrare. Un giro di scale stretto. Mi tolgo le scarpe. Entro in un luogo fatato, dove le pareti sono tappezzate di saree piegati con cura. Seduta a terra, una donna ricama sei iarde di Bellezza. 

Da quel momento in poi, i ricordi si fanno confusi. Le ore si dilatano e i miei compagni di viaggio mi regalano il tempo che più amo. Quello passato a riempirmi gli occhi di colori e a sfiorare tessiture preziose. Sorseggio chai bollente, l’adorata pellicina sulla superficie di latte. 

Dopo ore, esco da quel luogo un po’ malinconica. Vorrei poterci tornare ancora e ancora e ancora. Me ne vado con metri di Bellezza da mettere in valigia e la richiesta un po’ timida di vedere dove si fanno le tinture e dove quel filo diventa stoffa. 

Vengo accontentata. Per la prima volta in tutta la mia vita, vedo le tinture del cotone. Fatte a mano, all’aperto. Su vasche di pietra, e tutto intorno quell’indaco che si appropria di ogni centimetro di superficie. Come l’edera.

Il mio ricordo indelebile di quell’uomo magrolino dalle mani nodose e’ il suo abito bianchissimo. Non ho mai visto un bianco simile, quasi surreale.

Il cotone deve essere scolorito prima di passare al processo di tintura. C’e’ qualcosa di grottesco in questa scena di Bellezza. L’odore degli acidi, i piedi nudi di quell’uomo, un terreno bagnato, il colore che si appropria delle superficie. 

Steso ad asciugare al sole, il cotone ha quasi completato la sua trasformazione. Le sue fibre naturali sono diventate magenta, indaco e ottanio. Quell’uomo magrolino mi mostra le matasse con orgoglio, io mi sento profondamente grata di essere in quel cortile sul retro di una casa.

Lo ringrazio. Esco. 

Mi sposto di qualche metro. Entro in una casa dalla porta minuscola, in totale contrasto con due telai di legno imponenti che occupano interamente la stanza principale. [Quelli delle prime foto in questo post.] 

In quella casa, cosi come in molte altre di Kanchipruam, donne e uomini tessono a mano cotone e seta preziosissimi. Il ritmo della tessitura e’ ancora quello dei primi del Novecento, la bobina spinta da una parte all’altra crea lentamente trama e ordito. Si lavora chiacchierando.

Per terminare un saree ci vogliono settimane, talvolta mesi. Rimango incantata a guardare gli intrecci di filo dorato, mi dicono sia molto fragile. Ne sono certa, come quando io stessa ricamando con il filo dorato devo fare molta attenzione perche’ non si spezzi. Forse e’ proprio quell’intrecciata fragilità a rendere le tessiture cosi preziose ai miei occhi. 

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. stevebo54 ha detto:

    Compli.enti, oltre a visitare luoghi molto belli scrivi in maniera coinvolgente.

    1. Diecimila Miglia ha detto:

      Grazie infinite, mi riempie il cuore di gioia sapere che le parole raggiungono altre persone e con esse i luoghi e le persone incontrati lungo la via 💚

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